Da Maurizio Chesneau (R.I.P.), egregio art director di lungo corso, vengo evocato a costruire insieme la risposta a una gara importante: quella per il portale del gruppo Eni. Il lavoro con lui è per conto di Eximia. La sfida è cospicua.
Arrivo a Milano con un’idea sovversiva: rivoluzionare radicalmente il portale con un’interfaccia interamente basata su mappe pseudo-google con differenti layer informativi, in un’ottica enterprise 2.0. La navigazione si sarebbe svolta come esplorazione di un’azienda considerata come un territorio, sia alla lettera che per metafora.
Nella stanza siamo in tre, più un cane sonnacchioso. Maurizio, sensibile e navigato, capisce al volo la portata dell’idea e se ne innamora subito; Mario Di Floriano, l’imprenditore, annaspa nell’aroma del rischio: occhi sgranati, tentenna, vuole vederci più chiaro. Nelle ore successive studio a fondo il sito attuale, e comincio a buttare giù versioni concrete della proposta. Dopo pochi giorni di lavoro in parallelo Milano-Roma, con sync notturni su Skype, Maurizio ed io produciamo qualche primo layout tangibile. La bellezza è tale che anche l’imprenditore è conquistato, convinto ormai come noi che è in ogni caso una vittoria portare a un grande cliente una proposta tanto degna.
La presentazione, corredata da una strategia di comunicazione integrata, un piano di graceful integration e risposte puntuali alle richieste del bando, ottiene tutta l’attenzione che speravamo: passiamo la prima selezione. Nella presentazione finale il successo è notevolissimo. Ma a volte essere in anticipo sui tempi non mette in vantaggio. C’è da fare i conti con l’inerzia di una azienda così grande e complessa. Alla fine vincerà la proposta più tradizionalista di Dnsee. Però i diretti interessati e la stessa Dnsee ci hanno confermato che la nostra è stata la proposta più apprezzata per creatività e innovazione. Per me va bene già così. Il premio della critica può essere la soddisfazione più grande in certi casi.
Ciao Maurizio, è stato bello e interessante lavorare con te.